18 anni, prima macchina, prima gita. Mamma voglio con me la nonna, dove la porto? Dove ha dei ricordi. Raggiungiamo la scarpata del fiume Stura dove c’ è un lungo filare di noci. Guarda quel magnifico albero con una grande cavità provocata dal fulmine; quella nicchia nel tronco è stata il mio rifugio in tempo di guerra, quando le mitragliatrici colpivano tutto, case, macchine, carretti, biciclette, cespugli, i colpi duravano all’ infinito. Va, piccola mia nel prato, raccogli dei bei fiori , e mettili nel mio ex rifugio, ora casa degli insetti. Ci fermiamo qui a lungo, osserviamo, è tanto vecchio il grande noce.
specularità toccante tra noce e nonna, lei stessa ti chiede fiori per la pianta-rifugio come li chiedesse per se stessa.
piaciuta la breve narrazione “in presa diretta”, dialoghi mescolati a descrizioni in un continuo che fanno immediatezza.
ml
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molto bello 🙂
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Grazie.
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Molto delicato e puro, mi ha fatto pensare alla bellezza delle piccole cose che non sempre siamo in grado di cogliere.
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Sono una persona semplice.
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a tratti poetico
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Grazie. 😍
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L’ha ribloggato su Antonella Lallo.
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Grazie! Buona domenica.☕
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