I due orsacchiotti

[…]

Il Governo norvegese si rivolse la scorsa primavera al governo svedese per avere una coppia di orsi bruni da lasciare liberi nelle foreste perché cominciassero a ripopolarle.
Il governo svedese, che certo non potevo organizzare una spedizione di caccia grossa per catturare allo stato primitivo un paio di orsi già in età di riprodursi, mandò ai norvegesi due orsacchiotti che a vederli non sembravano punti diversi dagli altri. Erano due orsi bruni, maschio e femmina che dai normali orsi differivano solo per il carattere. Infatti essi non erano cresciuti nella foresta, ma erano stati tirati su da alcuni lapponi che li avevano catturati da cuccioli vicino a Jokmok.
I due orsacchiotti arrivarono a Oslo in aeroplano e poi furono spediti a un guardaboschi del nord perché li liberasse li lasciasse vivere in pace.
Tutti gli abitanti della zona, spaccalegna prevalenza, furono avvertiti di stare attenti.
Il guardaboschi caricò su un carretto la gabbia dei due orsi, si allontanò da casa una quindicina di chilometri e quando gli sembrò che la foresta fosse abbastanza folta da lasciar vivere tranquille le due bestie, apri la gabbia con molta prudenza e si preparò a tornarsene a casa di gran corsa dato che anche gli orsi bruni, dopotutto, sono belve.
Anzi per non correre un pericolo, il guardaboschi legò allo sportello della gabbia una corda abbastanza lunga da consentirgli un certo margine di sicurezza in caso di attacco improvviso, e solo quando fu lontano apri lo sportello tirando la corda.
Quando furono liberi i due orsacchiotti sembrarono molto contenti.
Certo la foresta era molto bella con la neve sui rami piegati, ma soprattutto piaceva i due orsacchiotti sentire la neve morbida sotto la pianta dei piedi. Non avrebbero mai creduto che la neve potesse essere tanto soffice. E per i due orsacchiotti il bello non finiva mai; non finivano mai le scoperte.
Scoprirono infine, è questa sì che fu bella, che bastava smuovere un poco di neve col muso per trovare del muschio amarognolo.
Quando ebbero scoperto tutte le meraviglie, i due orsacchiotti si rimisero sulle quattro zampe e camminando affiancati come sposi fecero per avviarsi verso il nord, là dove si apriva la grandissima ombra verde, ma prima girarono quasi contemporaneamente la testa per vedere se l’uomo c’era ancora.
Il guardaboschi infatti era ancora vicino, presso il carretto sul quale era stato buttato di traverso il gabbione vuoto.
Povero il nostro gabbione, dovette pensare uno dei due orsi. Addio addio, povero gabbione nostro, dovete dirsi l’altro dei due orsi.
Tuttavia le due bestie questa volta si incamminarono per davvero verso il nord e si fermarono solo quando, avendo ancora volto lo sguardo verso guardaboschi, non lo videro più.
Allora le prese un sentimento che non avevano mai provato prima perché non si erano mai trovato in quella situazione: un sentimento di timore quasi di paura.
Era la prima volta che non vedevano un uomo. Invertirono subito il cammino e tornarono galoppando pesantemente verso dove il guardaboschi doveva trovarsi. Fra l’altro, ora gli sembrava sgradevole al palato l’amarognolo del muschio e il freddo della neve, sotto le piante dei piedi, gli scottava come il fuoco. E che tristi erano i rami curvi sotto il peso della neve; e com’era pauroso il silenzio della foresta. Un silenzio tanto profondo, senza alcun rumore di parole, non avrebbe mai immaginato potesse esistere.
I due orsacchiotti correvano verso l’uomo affannosamente è più forte galoppavano, più dolorosi si facevano i pensieri nelle loro teste. Avevano già la lingua fuori dal gran correre e stavano per non farcela più quando riuscirono a intravedere, lungo sentiero della foresta, il guardaboschi che se ne andava col suo carretto.
Allora lanciarono un richiamo tanto acuto che il guardaboschi girò la testa e vedendo venire incontro le ombre scure dei due orsi bruni, fu preso anche lui dalla paura.
Frustò il cavallo e anche il cavallo si mise al galoppo davanti e due orsacchiotti che gli correvano appresso gridando sempre, chiamando sempre.
Per qualche tempo, poiché la neve frenava le ruote del carretto, orsi e guardaboschi si tennero alle viste, ma alla fine l’uomo scomparve col carretto e col gabbione dietro una macchia più folta.
Quando venne la sera il guardaboschi dormì nel suo letto dietro le porte sprangate e i due orsacchiotti si accucciarono poco lontano sotto il muro della casa.
Ma quella notte fu molto fredda e sul cominciare dell’alba il cuore dei due orsacchiotti non avrebbero dovuto ripopolare le foreste della Norvegia si fermò per sempre, vicino alla casa dell’uomo.
[…]

[…] di MAX DAVID

Tratto  da “”IMMAGINI” antologia per la scuola media – ed. Janus Bergamo 1966

44 pensieri riguardo “I due orsacchiotti

  1. è la triste fine di chi si fida degli umani. Lasciati soli muoiono.
    Bella ma educativa. Un animale abituato alla presenza umana non riuscirà mai a sopravvivere nella foresta da solo.

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  2. Beh, ci sono cose che l’uomo fa in buona fede, ma che per le leggi di natura sono completamente sbagliate. Allevare degli animali in cattività e liberarli in pieno inverno quando loro dovrebbero dormire un sonno profondo, equivale a catturare un animale libero e tenerlo in gabbia fino a farlo soccombere; il risultato in entrambi i casi è la morte. Al di là delle reazioni emotive che possiamo avere di fronte a un racconto come il tuo, questi sono errori che purtroppo l’uomo compie veramente nella realtà e non sono solo storie, non sono favole. Ed è giusto scriverne, perché conoscere le cose della natura equivale ad averne il giusto rispetto e di conseguenza fare le scelte più appropriate per rispettarla come va fatto. Ti ringrazio. Buona giornata.

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  3. Succede lo stesso quando alleviamo animali domestici a casa. Li umanizziamo così tanto che non diamo loro spazio per essere se stessi senza di noi. Una storia molto triste ma ben sviluppata che ci lascia senza fiato fino alla fine. Buono per la tua scrittura.

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  4. Non posso mettere mi piace a un racconto triste e privo di speranza per gli uomini e per gli animali.

    Io so per esempio attraverso i tanti documentari che gli animali cresciuti in cattività hanno bisogno di un lungo training prima di essere messi in libertà.

    shera ❤

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  5. Ciao ! Avrei giurato Sono stato in questo sito prima, ma dopo
    aver letto navigazione attraverso alcuni dei post mi sono reso conto che è nuovo per me.

    Ciononostante , sono decisamente contento lieti ho trovato
    e sarò bookmarking e il controllo indietro spesso !

    Maramures Grazie, buona giornata!

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