L’avara

Conosco una signora che a voce di popolo è la più ricca del paese, ma anche la più avara che si conosca nei dintorni. Ha un negozio di vari articoli che soddisfa tutte le esigenze del paese. Non fa saldi ne sconti. Il suo negozio è colmo fino al soffitto, non c’è più il passaggio, ci sta solo la scala a pioli per prendere la merce in alto. I clienti sono serviti sulla strada dove passano le macchine, la cassa è su una piccola finestra. Da anni indossa la stessa tuta blu che è diventata nera lucida. È molto gentile con i clienti, prodiga di validi consigli, perché è competente, ma non dà niente per niente. Se i clienti sono contadini chiede frutta e verdura della loro campagna, chiede passaggi sulle macchine  per andare in città, oppure si fa imprestare il cellulare per passare l’ ordine ai fornitori. Ama fare le gite solo se qualcuno gliele offre. Non si pone limiti, si presenta a colazione in ritardo per raccogliere tutte le rimanenze dai tavoli. Nel tugurio/negozio c’è anche la cuccia di un bellissimo cane, il suo unico vero amico e compagno. Solo per lui scompare ogni tipo di avarizia, quando ne parla sorride orgogliosa, felice, e il viso diventa dolce.

84 pensieri riguardo “L’avara

  1. uno strano personaggio che può suscitar simpatia solo per il suo rapporto col cane, diversamente assai poco simpatica quella sua avidità e avarizia senza senso…non giudico ma non comprendo certi stili di vita …mah!
    Buona domenica a te 🙂

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  2. Sinceramente certa gente mi lascia piuttosto indifferente. D’altra parte ci vogliono anche certi soggetti altrimenti non si potrebbe raccontarli. Chissà cosa si troverà a pensare il giorno in cui sarà scoccata l’ora della dipartita? Forse non le hanno mai detto che tutto quello che abbiamo è “in prestito”.
    BUON GIORNO.
    Quarc

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  3. Leggendo mi sono chiesto cosa importa che sia avara o meno. Cosa toglie agli altri? . Se esaminassimo con attenzione tutti i suoi comportamenti ne uscirebbe alla fine una persona che vive in un certo modo senza far del male a nessuno. Ma fa anche del bene? La caratteristica del suo vivere fa sì che il suo negozio è in grado di soddisfare “tutte le esigenze del paese” e lei personalmente è “molto gentile con i clienti, prodiga di validi consigli, perché è competente” anche se “non dà niente per niente.” Forse il suo essere avara è come il suo essere la più ricca del paese: tutto un “si dice”?

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  4. La penso come Marcello. Mi chiedo: chissà cosa la spinge ad agire così. Meglio non esprimere giudizi, perché non sappiamo cosa c’è nel profondo di ognuno di noi. Solo Dio ci conosce internamente.

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  5. Mi sono sempre chiesta a cosa serve l’avarizia: nella tomba scendiamo con una giacca senza tasche. Io sto buttando via perché mi sento soffocare dall’accumulo delle cose. Però la signora descritta ha un suo lato eccentrico che me la rende simpatica.
    Buongiorno cara
    Eletta

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  6. Questo articolo mi piace moltissimo, è molto profondo e ricco di spunti di riflessione, non giudizi ma spunti. Leggo una gran ricchezza interiore in chi l’ha scritto e una grande determinazione, carattere e coraggio di questa persona che come non molte altre porta avanti nel gregge dell’omologazione il suo vivere.
    Gli animali sono privi di giudizi ma sentono il bene più profondo e in quella casa/negozio c’e’ quello che basta.
    Un caro saluto
    Dona

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  7. Io ho colto una persona molto sola che riversa il suo bisogno di amore sul cane.
    E mi chiedo quale male faccia agli altri… (in realtà non ne fa)
    E’ il suo modo di essere e chissà che cosa lo ha determinato.
    Mi piace il tuo racconto perché tu non esprimi un giudizio.
    🙂
    gb

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  8. Buongiorno Lucia, ho letto questo articolo al momento della pubblicazione e subito cliccato “mi piace”. Per il commento mi sono preso tempo perché avevo idee confuse. Credo sia evidente che per censurare in questo modo la tizia tu abbia altri elementi oltre a quelli racconti. L’unico commerciante che conosco che regala qualcosa è

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  9. La mia amica che ha negozio di trekking a Siena. Ma qui prevale l’amicizia e comunque sono sempre in imbarazzo perché lei del negozio dove. Pensa ai moderni centri commerciali, si regolatore qualcosa costá? Neanche consigli…..

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  10. C’era anche nel mio paese una signora simile che aveva un emporio dove noi compravamo i giocattoli… Non aveva nessuno, il negozio non era solo il suo lavoro, era di più: era la sua vita.

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  11. Quite a tribute it appears, as I don’t know the language but look at google translation which bears scrutiny and correction I imagine. But I guess from what was afforded me that this individual is pleasant and unpretentious. Thank you.

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  12. Spesso capita che i più ricchi non sappiano godersi la vita.
    Non dico che il denaro debba per forza servire per vivere nel lusso o nell’agiatezza, ma almeno per permettersi un migliore stile di vita.
    Ma probabilmente alla signora va bene così, no?

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  13. Sicuramente sono gli effetti della solitudine. La presunta avarizia da cosa è data? Dal fatto che a parte il cane non può condividere affetti. E mi pare ovvio che a livello lavorativo non debba andare in perdita. Se non può essere pagata con la moneta per quello che vende, mi sembra giusto avere qualcosa in cambio. Conosco un tale che per anni ha lavorato nelle radio e ogni tanto lo cercavano per fargli presentare degli eventi. Lui rispondeva sempre con questa frase: “pagatemi. Se chiamo il muratore per costruire la casa, alla fine non gli posso dare una pacca sulle spalle, ma devo pagarlo per il lavoro che fa”. Inutile dire che la maggiorparte delle persone che lo contattava poi non lo faceva lavorare pensando che il suo fosse solo un hobby, un passatempo. Ciao

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